Tuesday, January 27, 2015

How to “educate” to authoritarianism

“Schools are designed on the assumption that there is a secret to everything in life; that the quality of life depends on knowing that secret; that secrets can be known only in orderly successions; and that only teachers can properly reveal these secrets. An individual with a schooled mind conceives of the world as a pyramid of classified packages accessible only to those who carry the proper tags.”

 (Ivan Illich, Deschooling Society)

http://www.arvindguptatoys.com/arvindgupta/DESCHOOLING.pdf

Sunday, January 25, 2015

Kαλοκαγαθία

Kαλὸς καὶ ἀγαθός 

Saturday, January 24, 2015

Friday, January 16, 2015

Deep in their roots


Deep in their roots, all flowers keep the light.

(Theodore Roethke)

Monday, January 12, 2015

To the privileged people

Nur um der Hoffnungslosen willen ist uns die Hoffnung gegeben.

It is only for the sake of those without hope that hope is given to us.


(Walter Benjamin)

Sunday, January 11, 2015

Inesorabili appiattimenti spengono i luoghi e la gente.

«Aura» per tutto l’Ottocento è una parola che sale facilmente alle labbra, si applica a nuovi usi con piacere e sollecitudine: un trattato del 1836 attribuisce all’aura del seme la fecondazione, aura è denominato l’effluvio di punte metalliche cariche di elettricità, lo stordimento che precede l’attacco epilettico e per estensione il delizioso smarrimento e la goduta paura che annunciano la possessione nella macumba e nel vudu.
Poi «aura» è diventata una parola desueta, ed è avvenuto repentinamente, poiché ci si è accorti che oggi si vive fra persone e cose in serie, che per antonomasia non irradiano nulla; sottili mortificazioni, inesorabili appiattimenti spengono i luoghi e la gente.
Ormai manca da noi l’occasione di usare la parola, che subito cessa però di suonare aulica e vaga allorquando, in rari luoghi illesi dell’Oriente, un’aura ci viene incontro in tutta la sua forza. Ancora accade: nelle più remote campagne dell’India, fra i prati ondosi color smeraldo, accanto agli stagni di ninfee, l’intensità degli sguardi stordisce; ecco che cosa intendevano i Romani quando parlavano di luoghi o di persone «geniali», i Greci quando dicevano «demonici».

(Elémire Zolla)